C’è il via libera dalla Commissione tecnico-scientifica dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla possibilità di somministrare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca ai soggetti fino ai 65 anni di età in buone condizioni di salute. Alle persone più anziane o fragili andranno invece somministrati i vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna. La circolare del Ministero che recepisce le nuove indicazioni dovrebbe uscire venerdì prossimo.
Una malattia cronica è quella che presenta sintomi che non si risolvono nel tempo né giungono a miglioramento. Secondo la definizione del National Commission on Chronic Illness sono croniche tutte quelle patologie "caratterizzate da un lento e progressivo declino delle normali funzioni fisiologiche".
Pur con marcate differenze fra ciascuna patologia, per un malato cronico generalmente è possibile trattare i sintomi, ma non curare la malattia. Le patologie croniche vanno dalle cardiopatie, ai tumori, alle patologie gastriche e intestinali, neurologiche, muscolo-scheletriche, e così via. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità le malattie croniche costituiscono la principale causa di morte in quasi tutto il mondo, in Europa sono causa di circa l'86% dei decessi.
I lavoratori fragili sono quelli che possono richiedere l'attivazione di adeguate misure di sorveglianza sanitaria per la loro maggiore esposizione al rischio da Covid 19. A fornire la definizione è la circolare numero 13 del 4 settembre 2020 del Ministero del Lavoro e della Salute. Non basta solo l'età per rientrare nella categoria dei lavoratori fragili, e quindi maggiormente esposti ai rischi da Covid 19, ma va considerata la presenza di patologie preesistenti. Questo, in estrema sintesi, il chiarimento che arriva dalle fonti ministeriali. “Il concetto di fragilità va dunque individuato in quelle condizioni dello stato di salute del lavoratore/lavoratrice rispetto alle patologie preesistenti che potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto e può evolversi sulla base di nuove conoscenze scientifiche, sia di tipo epidemiologico sia di tipo clinico”.
Tra i malati fragili ci sono i pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (rettocolite ulcerosa e malattia di Crohn). Si tratta di eventi morbosi che rientrano nella definizione sia di malattie croniche che di fragilità dei pazienti che ne sono affetti. Pertanto, il vaccino AstraZeneca, secondo le disposizioni ministeriali al momento delle conoscenze scientifiche sarebbe non indicato, di conseguenza sarebbero da preferire in questi pazienti il vaccino Pfeizer e Moderna che non presentano tali controindicazioni. Sono ben cosciente, che queste mie considerazioni sono a conoscenza dei responsabili della campagna vaccinale contro il Covid-19; ma non posso trascurare i numerosi pazienti che mi hanno esposto il timore di contrarre l'infezione da Covid-19 e la conseguente urgenza della vaccinazione.
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della provincia per sapere:
se sulla base delle conoscenze scientifiche attuali, in collaborazione con la struttura complessa di gastroenterologia dell'ospedale S. Chiara di Trento e con i medici di medicina generale, l'APSS non intenda procedere con urgenza a vaccinare i pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn), mediante i vaccini Pfeizer e/o Moderna, dato che secondo le disposizioni ministeriali il vaccino AstraZeneca non sarebbe indicato per malattie croniche e per i pazienti fragili.
Cons. Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde
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